Macevi 1928
Art Direction, Illustrazioni, Editorial Design

Per Macevi 1928 abbiamo progettato un prodotto editoriale in grado di raccontare il lato umano di uno dei suoi prodotti: Sahara.
“In che modo un oggetto massiccio, di cemento, posto in luoghi di passaggio, può effettivamente avere un impatto sulle nostre vite?”.




“In che modo un oggetto massiccio, di cemento, posto in luoghi di passaggio, può effettivamente avere un impatto sulle nostre vite?”.
Le panchine sono da sempre luogo di ritrovo: chi è che non ha mai detto “Troviamoci alla nostra panchina!”?; chi è che non si è mai ritrovat ad aspettare una persona cara, a riflettere, sedut - anche per ore - su una panchina?; e quante volte capita che queste vengano rimosse dalla città e se ne senta la mancanza, nonostante prima non ci si ricordasse che fossero li?
Ma anche noi lasciamo un segno su di loro, nel corso del tempo, anche e soprattutto in senso letterale: chi vi si siede, sente li bisogno di lasciare un segno, che si sovrappone e si accumula ad altri segni e ad altri ricordi lasciasti da altre persone nel corso del tempo.
Le panchine, quindi, lasciano un segno nelle nostre vite, secondo diverse prospettive.
Qui vediamo la prospettiva Odio e Amo.


Crediti
Art Direction, Impaginazione, illustrazioni: Riccardo Cappelletto, Niccolò Cocchetto, Elisa Gyssels
Fotografie: Riccardo Cappelletto
I miei lavori
OYBÒ
Strategia, Art Direction, Brand Identity, Web Design
DINTORNI
Direzione creativa, Branding, Evendi, Social media design
CONNESSIONI ESTETICHE
Art Direction, Impaginazione di poster, comunicazione social
IL SEGNO DELLE PAROLE
Art Direction, Social media design, Exhibition Design, Curatela
RUMORE
Organizzazione di eventi, Arte e design
MESCIDATO
Art Direction, Fotografia, Editorial Design
CONTATTI
hello@elisagyssels.comMacevi 1928
Art Direction, Illustrazioni, Editorial Design

Per Macevi 1928 abbiamo progettato un prodotto editoriale in grado di raccontare il lato umano di uno dei suoi prodotti: Sahara.
“In che modo un oggetto massiccio, di cemento, posto in luoghi di passaggio, può effettivamente avere un impatto sulle nostre vite?”.




“In che modo un oggetto massiccio, di cemento, posto in luoghi di passaggio, può effettivamente avere un impatto sulle nostre vite?”.
Le panchine sono da sempre luogo di ritrovo: chi è che non ha mai detto “Troviamoci alla nostra panchina!”?; chi è che non si è mai ritrovat ad aspettare una persona cara, a riflettere, sedut - anche per ore - su una panchina?; e quante volte capita che queste vengano rimosse dalla città e se ne senta la mancanza, nonostante prima non ci si ricordasse che fossero li?
Ma anche noi lasciamo un segno su di loro, nel corso del tempo, anche e soprattutto in senso letterale: chi vi si siede, sente li bisogno di lasciare un segno, che si sovrappone e si accumula ad altri segni e ad altri ricordi lasciasti da altre persone nel corso del tempo.
Le panchine, quindi, lasciano un segno nelle nostre vite, secondo diverse prospettive.
Qui vediamo la prospettiva Odio e Amo.


Crediti
Art Direction, Impaginazione, illustrazioni: Riccardo Cappelletto, Niccolò Cocchetto, Elisa Gyssels
Fotografie: Riccardo Cappelletto
I miei lavori
OYBÒ
Strategia, Art Direction, Brand Identity, Web Design
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Direzione creativa, Branding, Evendi, Social media design
CONNESSIONI ESTETICHE
Art Direction, Impaginazione di poster, comunicazione social
IL SEGNO DELLE PAROLE
Art Direction, Social media design, Exhibition Design, Curatela
RUMORE
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Per Macevi 1928 abbiamo progettato un prodotto editoriale in grado di raccontare il lato umano di uno dei suoi prodotti: Sahara.
“In che modo un oggetto massiccio, di cemento, posto in luoghi di passaggio, può effettivamente avere un impatto sulle nostre vite?”.




Le panchine sono da sempre luogo di ritrovo: chi è che non ha mai detto “Troviamoci alla nostra panchina!”?; chi è che non si è mai ritrovat ad aspettare una persona cara, a riflettere, sedut - anche per ore - su una panchina?; e quante volte capita che queste vengano rimosse dalla città e se ne senta la mancanza, nonostante prima non ci si ricordasse che fossero li?
Ma anche noi lasciamo un segno su di loro, nel corso del tempo, anche e soprattutto in senso letterale: chi vi si siede, sente li bisogno di lasciare un segno, che si sovrappone e si accumula ad altri segni e ad altri ricordi lasciasti da altre persone nel corso del tempo.
Le panchine, quindi, lasciano un segno nelle nostre vite, secondo diverse prospettive. Qui vediamo la prospettiva Odio e Amo.


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Fotografie: Riccardo Cappelletto
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